Un dubbio molto frequente riguarda il corretto inquadramento, dal punto di vista fiscale, dell’attività di self-publishing ovvero la vendita di libri (ebook e cartacei fisici) su Amazon o altre piattaforme.

In linea generale le royalty conseguite dall’autore di un libro si collocano nella categoria dei redditi (assimilati) di lavoro autonomo (articolo 53, comma 1, lettera b, del Tuir, Dpr 917/1986) qualora l’autore si limiti a cedere a terzi i diritti per lo sfruttamento economico della sua opera, attraverso la successiva fase editoriale e commerciale. Diversa è l’ipotesi in cui l’autore si occupi anche di quest’ultima attività, riguardo alla quale i proventi conseguiti si dovranno ascrivere in modo assorbente alla categoria dei redditi d’impresa (risoluzione 132/E/2004).

Nel primo caso (reddito di lavoro autonomo), la base imponibile delle royalty è ridotta forfettariamente del 25 per cento (40% nel caso in cui l’autore sia di età non superiore a 35 anni), a titolo di oneri e spese, e va dichiarata utilizzando il quadro RL del modello Redditi persone fisiche.

Nel secondo caso, i proventi costituiscono ricavi la cui tassazione è ordinariamente applicata al netto di tutti i costi inerenti, anche laddove l’attività sia esercitata in modo occasionale ex articolo 67, comma 1, lettera i, del Tuir.

Pertanto, per individuare il regime reddituale più coerente, occorre verificare la modalità e/o le condizioni contrattuali in concreto utilizzate per la “divulgazione” del libro, avvenuta nel caso specifico in forma digitale.